Diffusori

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  1. paulberry
     
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    Un diffusore acustico, o anche semplicemente diffusore se è chiaro il contesto acustico, è un trasduttore o un insieme di trasduttori che trasformano il segnale elettrico proveniente da un amplificatore acustico in suono.

    Nel corso degli anni sono stati sviluppati metodi e tecnologie costruttive diverse. Il metodo più semplice tuttora usato è costituito da una cassa a forma di parallelepipedo con una delle facciate (detta buffer) utilizzata per alloggiare gli altoparlanti.

    In linea di massima è preferibile disporre di un cabinet di buona qualità con dei mediocri altoparlanti, piuttosto che il contrario; la ragione sta nel fatto che da altoparlanti di mediocre qualità, all'orecchio giungerà lo stesso suono contenuto nel segnale, ma attenuato in qualche misura sulle frequenze cui l'altoparlante ha difficoltà a riprodurre; all'orecchio giunge semplicemente meno informazione di quella contenuta nel segnale. Un cabinet scadente, rischia di entrare in risonanza in corrispondenza di determinate frequenze emesse dagli altoparlanti; questa condizione, porta all'orecchio un'informazione in più, e questa, risulta tra le più fastidiose.[citazione necessaria]

    Diffusore passivo [modifica]

    I diffusori passivi non hanno integrato al loro interno l'amplificatore acustico.

    Fin dagli anni quaranta per la riproduzione della musica si è usato un diffusore chiamato Bass Reflex, una cassa dotata di fori e/o tubi di accordo che sfrutta un principio fisico chiamato risuonatore di Helmholtz, questo tipo di cassa offre in genere una buona efficienza in bassa frequenza con potenza elettrica relativamente bassa, per contro, deve avere dimensioni piuttosto grandi. Di dimensioni ancora maggiori sono i diffusori caricati da un condotto a tromba, che può essere dritto o ripiegato, disposto frontalmente all'altoparlante oppure posteriormente. Celebre per gli appassionati il Klipschorn, un modello di diffusore a tromba ripiegata interamente in legno, in produzione da oltre mezzo secolo.

    Negli anni cinquanta col diffondersi di apparecchi ad alta fedeltà, si ebbe l'esigenza di avere casse con dimensioni compatibili all'ambiente d'ascolto domestico, si iniziò a usare il sistema a sospensione pneumatica, una piccola cassa chiusa ermeticamente, contenente altoparlanti di nuova generazione. Nonostante le ridotte dimensioni, questo sistema presenta una buona linearità, il principale svantaggio è la bassa efficienza che impone l'utilizzo di maggior potenza di amplificazione a parità di volume sonoro generato rispetto al bass reflex.

    Un altro esempio di diffusore passivo è il diffusore di Schroeder.

    Diffusore attivo [modifica]

    Per le esigenze del mercato professionale alcuni costruttori hanno integrato all'interno della cassa anche l'amplificatore definendo il sistema diffusore attivo. Il diffusore attivo è molto apprezzato da chi lavora in esterni per la compattezza, la facilità di trasporto e il ridotto cablaggio che presenta. Nel mercato consumer e amatoriale questo tipo di diffusore è presente in misura molto minore.

    La qualità del suono in un diffusore attivo e uno passivo è sostanzialmente identica, essendo la sistemazione dell'amplificatore all'interno oppure all'esterno dl diffusore, ininfluente sulla qualità del suono. Fanno eccezione i sistemi attivi equalizzati, i quali possono essere utilizzati solo con le amplificazioni appositamente dedicate e già dotate di compensazione delle irregolarità della risposta in frequenza.

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    Relativamente al prino periodo sull'importanza del mobile...attenti che oggi si arriva all'assurdo di mobili belli con componenti economicissimi venduti ed esaltati piu' per l'aspettio che il suono.

    L'equilibrio in hifi e' importantissimo in tutte le sue componenti ma bisogna affrobntarlo seriamente e spesso invece...e verificare all'ascolto,pena i molti risultati pietosi che si ottengono.

    Ripeto l'inutilita' di trombe in casa,per il rispetto di un equilibrio.....costo...prestazioni casalinghe.

    Invece in hifi si spinge molto il diverso, trombe, elettrostatiche, magnetoplanari, lasciatele a chi ha soldi da buttare, cerca un suono diverso ma con un basso rapporto qualita' di vera hifi/prezzo pagato.

    Le casse con ampli incorporati non hanno oggi un elevato rapporto qualita' prezzo.

    Motivo:chi fa i diffusori non sa fare gli ampli etc.Almeno non in maniera convenienti per il suono che si ottiene.

    Tornando al mobile e componenti, quanto investire piu' da una parte che dall'altra ,avete il perfetto equilibrio raggiunto dai diffusori da me scelti, con l'aggiunta di un altro elemento:l'architettura del progetto, a due o tre vie, o tre vie con medi in D'Appolito.

    A basso costo, audes 105, privilegio sui componenti,Poi si sale alle 145, privilegio sui componenti ma inserimento della terza via.
    Prima di queste ho richiesto la Adagio che privilegiava il mobile, ma dopo aver raggiunto gli ottimi componenti con la studio.
    Ma la 145 la supera con l'architettura e di nuovo i componenti,risparmiando sul mobile.

    E' l'equilibrio delle scelte corrette in base al costo che vince.

    Alla fine arriva il D'Appolito e il mobile migliore delle Blues: ma attenzione a chi per 3000 eu, il costo delle blues rifila, e' il termine corretto, minidiffusori,spacciando caratteristiche speciali per giustificare il costo assurdo.

    Poi si migliorano i componenti con le Excellence 5 e ancora il mobile .E c'e' chi ancora vende minidiffusori al loro costo,5000 eu, con componenti allo stesso livello delle Excellence 1 che non reputo convenienti anche se costano 1800 eu e non 5000.



    Altra cosa importante la facilita' di pilotaggio da parte dell'amplificatore,cosa chissa' perche' mai citata e importante perche' altrimenti si buttano migliaia di euro di amplificazione per far suonare decentemente diffusori anacronistici ma diversi.

    http://soundberry.com/qualita_audes.html
     
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10 replies since 5/9/2008, 17:15   1679 views
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